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sabato 2 luglio 2011

Continua l'attività del Comitato Fermaimo il Nucleare | Assemblea nazionale

Assemblea nazionale del movimento referendario antinucleare: Roma, 9 luglio –dalle ore 10,30 fino al pomeriggio inoltrato. (la sede la stiamo definendo e sarà pubblicata sul sito)

Alle associazioni del Comitato Vota Sì per fermare il nucleare, ai Comitati locali, ai Volontari

Cari tutti/e,
dopo che il popolo italiano ha detto no al nucleare, come rilanciare per far affermare un modello energetico diffuso, che superi le fonti fossili e veda protagonisti i territori e le comunità?
E’ una delle domande alla base del confronto che è già partito tra le associazioni del comitato nazionale e che deve continuare con i comitati e le associazioni locali, con tutti i gruppi e i volontari che hanno dato un contributo nella campagna referendaria. E' questa la finalità dell'assemblea nazionale del 9 luglio prossimo.
Si è sprigionata in Italia un’energia positiva, popolare, si sono rafforzate relazioni tra gruppi, associazioni, singoli cittadini in tutti i territori.
Sentiamo l’esigenza e la responsabilità di non disperderci e di non disperdere il grande patrimonio sociale e culturale che tutti quanti abbiamo contribuito a creare con la bella campagna referendaria.
Per tenere viva la partecipazione e l’impegno, vi chiediamo di promuovere in preparazione dell’assemblea nazionale, per quanto possibile, confronti locali e di farci pervenire una sintesi delle vostre riflessioni e proposte.
Utilizzeremo il sito e la pagina facebook per alimentare e rendere disponibile a tutti il dibattito.
Fateci sapere chi viene e per cortesia diffondete l’invito a partecipare.

Un caro saluto con una vignetta di Altan
“Ci siamo svegliati!” “Merda. Adesso ci tocca fare qualcosa”

Per il Coordinamento
Maria Maranò

sabato 11 giugno 2011

Incontro Referendario a Cicciano


L'8 giugno si è tenuto a Cicciano in Piazza Marconi il dibattito sui REFERENDUM del 12 e 13 prossimi.

All'incontro, organizzato dalla lista civica NOI CICCIANO, hanno partecipato Gianluca Napolitano del Comitato 2Sì per l'ACQUA PUBBLICA  e Antonio Alfieri del Comitato VOTA Sì per FERMARE il NUCLEARE.

Ringraziamo gli organizzatori della manifestazione e, soprattutto, il folto pubblico che ha seguito la discussione fino a notte inoltrata, dando uno splendido esempio di partecipazione democratica, tra l'altro particolarmente rara nel nostro territorio.

Foto dell'Incontro:








Incontro con SEL sull'Acqua Pubblica

Lunedì 6 giugno si è tenuto, presso la Chiesa dei SS. Apostoli a Nola, l'incontro sull'Acqua Pubblica organizzato da SEL Area Nolana e Comitato 2 Sì per l'Acuqa Pubblica.



Pubblichiamo alcune foto dell'Incontro.





martedì 7 giugno 2011

SPOT: COME VOTARE AL REFERENDUM CONTRO il NUCLEARE

Manifestazione Legambiente Parco del Vesuvio 5 giugno 2011

Domenica 5 giugno i responsabili del Comitato Area Nolana hanno partecipato alla manifestazione organizzata dal Circolo di Legambiente Parco del Vesuvio nella quale si è, naturalmente, approfittato per parlare di energia e delle ragioni del Sì al referendum contro il Nucleare.
Particolarmente interessante la relazione sui rischi dell'energia nucleare tenuta dal presidente Alberto Alba.

Riportiamo la lettera del presidente:

Cari amici,
domenica si è svolta presso la nostra sede del Vesuvio la giornata denominata  “Il Vesuvio l’ambiente e le energie”, nel quale si sono attuate diverse iniziative come dal volantino allegato.
Nonostante il clima non era favorevole, è stato realizzato tutto il programma, con grande soddisfazione delle numerose persone che erano presenti.
Il merito di questo è di tutti i partecipanti che hanno contribuito alla organizzazione e realizzazione dell’evento, quindi vogliamo chiaramente  ringraziare a nome di tutta l’associazione:

  •  Gli artisti che hanno esposto le loro opere
  •  Gli esercizi commerciali che hanno  fornito gratuitamente una parte del buffet
  •  Le casalinghe che si sono adoperate nelle loro cucine per preparare delle ottime pietanze
  •  Le Guardie Ambientali che con professionalità  hanno assicurato il servizio d’ordine
  •  I volontari di Legambiente Parco del Vesuvio che hanno lavorato con grande impegno e sacrificio

Senza la partecipazione e l’altruismo di tutte queste persone, non sarebbe stato possibile realizzare l’evento. Ci rendiamo conto che nel volontariato c’è uno squilibrio enorme fra quello che si dà e quello che si riceve in cambio. Di solito quello che ognuno ottiene, dopo avere sacrificato tanto tempo, energie e a volte anche risorse proprie, è un semplice grazie. A volte non c’è neanche quello, ma chi è orientato ad agire in un certo modo va avanti lo stesso e continua sulla via del bene, perché sa che è l’unica per salvare il mondo e tutti quelli che ci abitano sopra.  

Nella giornata di ieri inoltre si sono iscritti cinque nuovi soci che accogliamo con simpatia e speriamo che dalle prossime iniziative siano anche loro soci volontari attivi. 

Grazie a tutti  con stima e cordialità da LEGAMBIENTE PARCO DEL VESUVIO
                                                                                                                                                                   Il Presidente Alberto Alba

Manifestazione Referendaria 08 giugno a Cicciano


CICCIANO - Il movimento politico civico “Noi Cicciano” ha organizzato, in vista dei prossimi referendum abrogativi che si terranno il 12 e 13 giugno, un dibattito informativo in piazza Mazzini che si terrà domani, mercoledì 8 giugno alle 20,30. Parteciperanno all’incontro Antonio Alfieri per il Comitato Nazionale Fermiamo il Nucleare, Amedeo Barletta per il Comitato Nazionale Acqualiberatutti, Gianluca Napolitano per il Comitato Civico per l’Acqua Pubblica, che rappresenteranno sia i sì che i no ai quesiti referendari. L’obiettivo dell’incontro è quello di informare in maniera obiettiva, senza strumentalizzazioni di alcun tipo, i cittadini sulle Ragioni del sì e del no. Dopo l’esperienza elettorale appena lasciata alle spalle, che ha garantito al movimento un bel risultato non solo in termini di preferenze ma anche di entusiasmo raccolto intorno al proprio progetto, proseguono le iniziative per coinvolgere i cittadini in prima persona. Un nuovo modo di fare politica, vero marchio di fabbrica di "Noi Cicciano".
di Redazione politica 7/06/2011 14:24:57
Anno IV Numero 157

lunedì 6 giugno 2011

Manifestazione del 22 maggio in Piazza Duomo a Nola

Domenica 22 maggio 2011 si è tenuto in piazza Duomo il Gazebo organizzato dalla Associazione "Amici del Cuore", storico gruppo di animalisti nolani che da quest'anno ha deciso di aderire al nostro Centro di Educazione Ambientale, diventandone la sezione Tutela Animali di Affezione !Amici del Cuore".

Durante il Gazebo si sono raccolti fondi, devoluti ad un operatore del Canile di Nola, per la cura di cane randagio gravemente malato.

Naturalmente, durante la manifestazione, abbiamo ditribuito il materiale per il referendum nucleare ed espsoto i manifesti realizzati dal nostro centro.

Oltre al Gazebo del C.E.A. Riciclare & Creare, il Comitato ha anche aiutato la realizzazione del gazebo degli amici del Partito Democratico - Giovani Democratici dell'Area Nolana, in piazza contro l'apertura della nuova discarica e per promuovere i Sì ai REFERENDUM del 12 e 13 giugno prossimi.

sabato 21 maggio 2011

Domenica 22 maggio Sì al REFERENDUM per Fermare il Nucleare in Piazza Duomo a Nola

IL COMITATO area nolana Sì al REFERENDUM per FERMARE il NUCLEARE.

Terrà un Gazebo presso Piazza Duomo a Nola domenica 22 maggio  dalle ore 09:00 alleore 13:00.

sabato 16 aprile 2011

DOMENICA 17 APRILE 2011 - Gazebo a Portici in occasione del Mercatino del Biologico con LEGAMBIENTE

DOMENICA 17 APRILE, dalle ore 09:00 alle 13:00, 
Riciclare & Creare parteciperà al Mercatino dei prodotti Biologici del Comune di Portici nell'ambito della Manifestazione organizzata da LEGAMBIENTE - PARCO del VESUVIO.

Si approfitterà dell'evento per realizzare una nuova tappa della campagna per il Sì al REFERENDUM per FERMARE il NUCLEARE in ITALIA.

martedì 12 aprile 2011

Foto Gazebo Piazza Duomo a Nola del 12 aprile 2011

Alcune Foto del Gazebo del Comitato Locale tenuto a Nola in Piazza Duomo la mattina di domenica 12 aprile 2011.
Nel Gazebo si sono distribuiti volantini sul rischio nucleare e sui modi per risparmiare energia in ambito domestico.
Sono stati anche esposti dei fiori e dei pupazzi pasquali (coniglietti e pulcini) fabbricati con buste di plastica (venduti per raccogliere fondi per il Comitato Locale).










sabato 9 aprile 2011

DOMENICA 10 APRILE - PIAZZA DUOMO - NOLA - GAZEBO COSTITUZIONE COMITATO


Il 10 Aprile 2011, Gazebo in Piazza Duomo a Nola, dalle ore 10:00 alle ore 13:00

SI PRESENTERA' IL COMITATO per il Sì AL REFERENDUM CONTRO il NUCLEARE e SI RACCOGLIERANNO LE ADESIONI DI CITTADINI E ASSOCIAZIONI.

GIA' PROGRAMMATA L'ATTIVITA' COMUNE CON IL COMITATO PER IL Sì ALL'ACQUA PUBBLICA DELL'AREA NOLANA.

Durnte il Gazebo si raccoglieranno i fondi per la Stampa del materiale pubblicistico (locandine, manifesti, brochure) realizzati dal Comitato Locale attraverso la vendita di gadgets "da riutilizzo" realizzati con buste di plastica donati dal Laboratorio Artigiano "Riciclare & Creare".

I danni provocati dalle radiazioni nucleari

La Vita è basata su complesse e grandi molecole organiche, basate sul carbonio. I legami tra queste molecole avvengono attraverso l'interazione tra le nubi di elettroni dei vari atomi e sono legami molto più delicati di quelli che sussistono all'interno dei nuclei.

Ogni radiazione ionizzante, cioè in grado di strappare via gli elettroni da un certo atomo neutro, trasformandolo in ione, è in grado dunque anche di spezzare i legami che esistono all'interno delle molecole organiche, provocando seri danni.

Sono radiazioni ionizzanti sia i raggi alfa che i raggi beta, nonché, se consideriamo la radiazione elettromagnetica, i raggi ultravioletti, i raggi X ed i raggi gamma.

Dunque tutti e tre i tipi di radiazione nucleare (α, β e γ) sono nocivi.

Il danno può consistere nella morte della cellula che contiene la molecola colpita da questi proiettili oppure, se si è sfortunati, nella sua trasformazione in cellula cancerosa, pronta a riprodursi in modo incontrollato.  

Tutto dipende anche, naturalmente, dalla quantità e qualità delle radiazioni a cui si è esposti, nonché dalla durata dell'esposizione.

Ad esempio, nel corso di una esplosione atomica, si può essere investiti da una quantità di radiazioni tale da provocare la morte di enormi quantità di cellule, per cui l'organismo soccombe immediatamente o in pochissimo tempo.

Viceversa, esposizioni più basse ma prolungate nel tempo, come avviene in chi assorbe sostanze radioattive o vive in ambienti contaminati, può provocare malattie come il cancro o la leucemia, a distanza di tempo.

Se a venire colpita è la molecola del DNA, si potranno inoltre verificare delle mutazioni, cioè modifiche al codice genetico umano che sono trasmissibili alle generazioni future. Ovvero le radiazioni producono la sola forma di danno che si propaga anche ai discendenti. 

La radioattività naturale

In natura siamo comunque esposti ad una certa quantità di radiazioni nucleari, che non è putroppo possibile eliminare. Il fatto che siano naturali, infatti, non implica che siano innocue. Anche queste radiazioni sono in grado di provocare danni al nostro organismo.

Possiamo citare ad esempio l'isotopo instabile (radioattivo) del carbonio, il 14C, che è presente, insieme al più comune e stabile 12C, nel nostro organismo.

Oppure si possono considerare i raggi cosmici, radiazioni di altissima energia provenienti dal centro della galassia e da eventi cosmici.

Il fatto che le radiazioni siano comunque nocive ci fa capire che dobbiamo tendere a minimizzare l'esposizione verso di esse, evitando in particolare di aggiungere fonti artificiali alle ben note sorgenti naturali.

La regola è molto semplice: meno radiazioni nucleari ci sono, di qualsiasi origine siano, meglio è.

L'uranio

L'uranio (U) è un elemento caratterizzato dal numero atomico 92, ovvero avente 92 protoni nel nucleo. 

L'isotopo più comune che si trova in natura è 238U e non esistono isotopi stabili di questo elemento.

Ciò significa che quando si parla di uranio, qualsiasi aggettivo lo preceda o lo segua, stiamo sempre parlando di una sostanza radioattiva.

L'uranio, come si sa, viene utilizzato nella costruzione delle bombe atomiche e come combustibile per le centrali nucleari. 

In entrambi i casi 238U non si presta molto bene perché, pur essendo radioattivo, non è molto facile spezzarne il nucleo sparandogli contro dei neutroni, nel processo detto di fissione nucleare.

L'isotopo che funziona meglio in questo caso è 235U, presente in natura in quantità infinitesime. 

Si usano dunque dei processi artificiali di arricchimento tendenti a far aumentare la percentuale di 235U presente nel combustibile. Il risultato viene definito uranio arricchito.

Dopo l'uso nella centrale, le barre di combustibile hanno perso gran parte del loro contenuto di 235U e sono ancora in gran parte fatte da 238U, oltre a tanti altri elementi, in gran parte anch'essi radioattivi. Visto che questo è un combustibile ormai utilizzato, sfruttato, esaurito (depleted), non è più utile per la produzione di energia.

Ma ciò non significa che sia diventato innocuo, anzi è sicuramente più radioattivo dell'uranio naturale, per la presenza di svariati prodotti delle reazioni atomiche. 

E poi si tratta pur sempre di uranio, quindi radioattivo, quindi sempre e comunque molto pericoloso per la salute umana.

Il tempo di dimezzamento dell'uranio-238 è pari a 4,5 miliardi di anni, il che significa che se abbiamo 1 kg di 238U dovremo aspettare 4,5 miliardi di anni per vederlo ridursi a mezzo chilo! 

Dunque ogni contaminazione da questa sostanza ha durata praticamente infinita e solo la diluizione dell'uranio nell'ambiente e nel sottosuolo può ridurre il danno locale, anche se eventuali inserimenti nella catena alimentare non possono che peggiorare la situazione.

Effetti delle Radiazioni sull'Organismo - I Pericoli radioattivi a cui siamo esposti ogni giorno

LA DOSE DELLE RADIAZIONI IN RAPPORTO AL TEMPO DI ESPOSIZIONE

effetti somatici stocastici (fenomeni che si evolvono nel tempo in maniera casuale)
  • Non richiedono il superamento di alcuna dose-soglia
  • Sono a carattere casuale
  • ll rischio aumenta con la dose assorbita
  • Gli effetti si manifestano solo dopo lunghi periodi dall’irradiazione
effetti somatici non stocastici
  • Compaiono solo al superamento della dose-soglia
  • Il superamento della dose-soglia comporta l’insorgenza dell’effetto su tutti gli irradiati
  • Periodo di latenza breve
  • Aumento della gravità con l’aumentare della dose
LA FONTE D’IRRADIAZIONE
irradiazione esterna
·  Dovuta a sorgenti esterne al corpo 
irradiazione interna
·  Materiale radioattivo che penetra nell’organismo attraverso ferite, per inalazione, per ingestione o attraverso la cute.
 
LA SENSIBILITÀ SPECIFICA DEI TESSUTI

tessuti con più elevata radiosensibilità
·  Sono i più ricchi di substrati cellulari in riproduzione quali i tessuti emopoietici, linfoidi, epiteliali, enterici e riproduttivi o quei tessuti poco differenziati nei quali le cellule non hanno ancora raggiunto il loro livello finale di specializzazione funzionale
 
tessuti con minore radiosensibilità
·  Sono i tessuti più differenziati quali i tessuti muscolari, nervosi, epatici, renali, cartilaginosi e ossei.
 
Se esposti a radiazioni ionizzanti, le cellule ed i tessuti subiscono danni irreversibili.

L’energia della radiazione reagisce con qualsiasi materia venga in contatto. Forti radiazioni possono causare, alle cellule, alterazioni fisiche e chimiche in quanto l’assorbimento di detta energia inibisce la sintesi del DNA bloccando il processo di riproduzione cellulare.

Le alterazioni chimiche indotte da radiazioni nel protoplasma cellulare possono creare lesioni al nucleo della cellula ed ai suoi cromosomi. Il sistema cellulare può porre rimedio a una parte di queste lesioni, ma alcune cellule lesionate possono anche sopravvivere pur con una limitazione della loro normale funzionalità.

Queste lesioni che si possono verificare a seguito di radiazioni ionizzanti provocano mutazioni, tumori, accorciamento della durata della vita, sterilità ed anche problemi al cristallino; possono inoltre essere più elevate aumentando il grado di ossigenazione, in quanto i tessuti poco ossigenati sono più resistenti all’azione delle radiazioni.

Nel caso in cui le radiazioni uccidano alcune cellule, vi sono tessuti in grado di rigenerarsi e sostituire le cellule morte nel giro di pochi giorni.

Ad alti dosaggi la percentuale di cellule uccise è molto alta, tanto che l’interruzione della funzione fisiologica può essere fatale. I decessi dovuti ad elevate quantità di irradiazioni si dividono in quadri sintomatologici che fanno riferimento a fattori come la dose totale, le lesioni ad organi e tessuti di primaria importanza ed il tempo intercorso tra l’esposizione all’irradiazione e la morte del soggetto. Questi elementi vengono classificati a seconda che il danno si verifichi a livello del sistema nervoso centrale, all’apparato gastrointestinale o al midollo osseo, oppure che le alterazioni mutagene (come nel caso del cancro) si verifichino a distanza di molti anni dall’episodio dell’irradiazione.

La gravità delle lesioni e il periodo di tempo necessario perché queste si manifestino sono in rapporto alla quantità totale della radiazione subita, al periodo di tempo in cui è stata assorbita ed alla quantità dei tessuti irradiati.

Un’irradiazione breve ad alta energia per un periodo che può variare da pochi minuti ad un’ora, è mortale per gli esseri umani nel 50% dei casi in conseguenza dei danni che subisce il midollo osseo.

Se la stessa quantità fosse distribuita nell’arco di un mese, il decesso non si verificherebbe nel giro di pochi mesi, ma la durata della vita del soggetto sarebbe accorciata di parecchi anni. 

ORGANI INTERESSATI DALL’ACCUMULO DI RADIONUCLIDI


ORGANI
RADIONUCLIDI
TEMPI DI DIMEZZAMENTO
TIROIDE
IODIO – 131
8 giorni
MILZA
POLONIO – 210
138 giorni
RENI
RUTENIO – 106
1 anno
OVAIE
IODIO – 131
8 giorni

COBALTO – 60
5 anni

CRIPTO – 85
10 anni

RUTENIO – 106
1 anno

ZINCO – 65
245 giorni

BARIO – 140
13 giorni

POTASSIO – 42
12 ore

CESIO – 137
30 anni

PLUTONIO – 239
24000 anni
MUSCOLI
POTASSIO – 42
12 ore

CESIO – 137
30 anni
POLMONI
RADON - 222
3,82 giorni

Il 07 aprile 2011 nuovo Terremoto in Giappone: scossa di magnitudo 7.4 avvertita a Tokyo

Torna la paura terremoto in Giappone. Una scossa di magnitudo 7.4 ha colpito il sud-est del Paese ed è stata fortemente avvertita a Tokyo. E subito è stato lanciato l'allarme tsunami. Le autorità hanno diffuso l'allerta, con una previsione di ondate alte due metri, anche se poi l'allarme è stato revocato.

L'epicentro è stato localizzato vicino a Sendai, a largo delle coste di Honshu a 40 chilometri di profondità e a circa 144 chilometri da Fukushima. Le autorità hanno però subito assicurato che «nessuna anomalia» è stata registrata nella centrale nucleare già gravemente danneggiata. La Tepco ha però ordinato l'evacuazione di tutti i tecnici dagli impianti. Secondo Nhk, sarebbe stata danneggiata la centrale di Onegawa, sempre nella prefettura di Miyagi.

www.fermiamoilnucleare.it: Cernobyl, alimenti contaminati dopo 25 anni

A 25 anni di distanza dal disastro di Cernobyl, una nuova ricerca condotta in Ucraina da Greenpeace rileva alti livelli di contaminazione radioattiva in molti alimenti di base, come latte e funghi.
 

www.fermiamoilnucleare.it: Da Fukushima alla catena alimentare: il rischio radionuclidi

Elementi radioattivi (i cosiddetti radionuclidi) come quelli che vengono emessi dalla centrale di Fukushima non vanno solo a contaminare i territori limitrofi e i suoi abitanti, ma entrano anhe nella catena alimentare. 
Lo fanno soprattutto attraverso l’acqua, dove arrivano sia per gli sversamenti in mare che per ricaduta attraverso la pioggia dei vapori radioattivi. “Per questo, al di là delle gravissime problematiche dovute all’esposizione diretta delle persone, la diffusione degli elementi radioattivi dipenderà dai fenomeni meteorologici e dalle correnti d’acqua”, spiega Eva Alessi del WWF. “Sarebbe utile ottenere i valori reali delle emissioni delle centrali giapponesi, anche se, in realtà, non siamo certi di quali siano o meno i livelli effettivamente ‘sicuri’ e non sappiamo se le dosi, anche molto basse, siano pericolose o meno”. 
Le raccomandazioni della Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica (ICRP) consigliano di non superare la dose equivalente 1 millisievert (mSv) l’ anno. Ma anche questi standard sono calcolari “su un individuo ‘medio’”, difficile poi da rinvenire nella realtà. Ciò che è ‘sicuro’ dipende dall’età, dalla fase di crescita, dalla varietà di fonti alimentari.

Leggi il rapporto del WWF

sabato 2 aprile 2011

Nucleare Sicuro? Lista (incompleta) degli Incidenti alle Centrali Nucleari Civili.


Per chi afferma, anche dall'alto di una (a volte presunta) competenza scientifica e obiettività di giudizio, che le applicazioni civili dell'Energia Nucleare siano sicure e "pulite", riportiamo un elenco degli incidenti accorsi agli impianti nucleari dagli anni cinquanta ad oggi.


Bisogna anche ricordare che molte società private che gesticono gli impianti nucleari civili tendono a non diffondere informazioni sugli incidenti o i malfunzionamenti e che questi raggiungono la pubblica opinione solo in caso di rilevanti contaminazioni del territorio circostante gli impianti.


Ecco l'elenco:


1952 Chalk River (Canada). L'errore di un tecnico provocò una reazione che portò alla semidistruzione del nocciolo del reattore.

1952 Usa. Un incidente con reattore Argon. 4 morti accertati.

1955, febbraio, Atlantico. La nave appoggio Fori-Rosalie della Royal Navy affonda nell'Atlantico 1500 recipienti contenenti ciascuno una tonnellata di residui atomici a 1.600 Km dalle coste inglesi e a 2.000 metri di profondità.

1956, 10 marzo. Mar Mediterraneo. Un bombardiere B-47 precipita nel Mediterraneo con a bordo due capsule di materiale fissile per la realizzazione di bombe nucleari.

1956, 27 luglio. Gran Bretagna.  Un bombardiere B-47 in Gran Bretagna slitta sulla pista e va a colpire un deposito contenente sei bombe nucleari.

1957,  ottobre. Windscale (GB).  Fusione del nocciolo (l'incidente più grave che possa accadere in una centrale). Il reattore viene inondato. Fuga di radioattività pari al 1/10 della bomba atomica di Hiroshima. La nube radioattiva arriva fino in Danimarca. La radioattività su Londra si eleva 20 volte oltre il valore naturale (Londra dista da Windscale 500 km). Il consumo di latte è vietato in un raggio di 50 km (ogni giorno vengono gettati 600.000 litri di latte).

1957, 7 ottobre. Sellafield (Gran Bretagna).  Un incendio nel reattore dove si produceva plutonio per scopi militari generò una nube radioattiva imponente. La nube attraversò l'intera Europa. Sono stati ufficializzati soltanto 300 morti per cause ricondotte all'incidente (malattie, leucemie, tumori) ma il dato potrebbe essere sottostimato.

1957 Kyshtym (Unione Sovietica). Un bidone di rifiuti radioattivi prese fuoco ed esplose contaminando migliaia di Kmq di terreno. Furono esposte alle radiazioni circa 270.000 persone.

1958 Usa.  Un incidente a Oak Ridge: 12 persone investite dalle radiazioni.

1958 zona Urali (Urss).  Catastrofe nucleare a causa dell'esplosione di un deposito di scorie radioattive. Centinaia di morti. Decine di migliaia di contaminati. Migliaia di km ancora oggi recintati.

Lo Stoccaggio delle Scorie Nucleari: L'incredulità del mondo scientifico. Le Opinioni di J. K. Mitchell, B. De Vivo, Piero Risoluti e Tullio Regge

Prof. James Kenneth Mitchell, Membro della Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti:


“Procedere con lo sviluppo del sito prima di realizzare uno studio profondo e dettagliato della stratigrafia, dell’idrologia, delle proprietà dei materiali, delle interazioni a lungo termine e del comportamento del sistema rifiuto-terreno, è del tutto privo di buon senso.”Mitchell sostiene che “lo stoccaggio a lungo termine di rifiuti radioattivi in condizioni di sicurezza richiede conoscenza profonda e comprensione di tutti questi argomenti se si deve assicurare una appropriata protezione del pubblico e dell’ambiente. Eseguire variazioni in fase di progetto e di costruzione, una volta iniziate tali attività, non potrà superare una selezione iniziale del sito inappropriata.” Gran parte della ricerca di Mitchell si è sviluppata sulle proprietà ed il comportamento dei suoli, sulla base delle interazioni fisiche e chimiche. I suoi studi sono stati usati per mitigare i rischi di collasso del terreno durante i terremoti. Il suo testo “Fundamental of Soil Behaviour”, è diventato il riferimento standard per tutti i corsi di geotecnica negli Stati Uniti. Sostiene ancora Mitchell: “dalle informazioni fornite, appare che il sito di Scanzano Jonico possiede parecchi aspetti che ne fanno una scelta infelice per un deposito di rifiuti radioattivi”. Per l’autorevolezza dello scienziato desta particolare apprensione il fatto che “i rischi potenziali sono così grandi da contrastare con forza lo sviluppo del sito a prescindere da studi ed analisi supplementari”. (26/11/03)




Prof. Benedetto De Vivo, Professore Ordinario di Geochimica Ambientale, Università di Napoli Federico II


“La decisione del Governo Italiano che ha portato all’individuazione delle miniere di sale di Scanzano Jonico quale sito per l’immagazzinamento di scorie radioattive solleva notevoli perplessità.” “Fin dagli anni cinquanta – continua De Vivo - le miniere coltivate nei duomi salini (strutture risultanti dalla risalita di masse saline) sono state considerate negli Stati Uniti adatti per la costruzione di siti permanenti per immagazzinare scorie radioattive. Gli studi sperimentali, per mezzo delle inclusioni fluide, hanno permesso di determinare quanta acqua può venire liberata e messa in movimento quando in tali depositi salini si introduce una fonte di calore esterna, quale è quella derivante dall’immagazzinamento di scorie radioattive. La previsione del comportamento di questi fluidi interstiziali, - aggiunge il Professore - chimicamente altamente reattivi, sotto l’influsso di una fonte di calore, quale è quella derivante dalle scorie radioattive, risulta importante in considerazione dell’effetto corrosivo che essi possono esercitare sui contenitori metallici delle scorie”.
Negli Stati Uniti, sottolinea De Vivo “sono stati valutati, dopo il 1955, i seguenti progetti per l’immagazzinamento delle scorie radioattive: 1) WIPP (Waste Isolation Pilot Plant) nelle formazioni saline del New Mexico e Texas; 2) Hanford nello Stato di Washington; 3) Yucca Mountains nel Nevada. Fra questi tre il privilegiato, inizialmente, era il WIPP per le considerazioni indicate nell’introduzione. Ma le evidenze negative, risultanti in particolare dagli studi effettuati con la tecnica delle inclusioni fluide, hanno fatto considerare come “geologicamente instabili” i siti nelle formazioni saline, portando ad una decisione preliminare di eliminazione dei siti del New Mexico e del Texas per l’immagazzinamento delle scorie radioattive.
Successivamente, anche in considerazione del fatto che nel progetto WIPP era stato speso più di 1 miliardo di dollari, si è deciso di immagazzinare nei siti salini SOLO le scorie a bassa energia. Le scorie ad alta attività non sono ammesse! Le scorie ad alta energia sono state destinate nelle Yucca Mountains (prodotti di fissione, “attivi” da 1.000 a oltre 10.000 anni di vita). Tuttavia l’attivazione del sito delle Yucca Mountains sta subendo dei ritardi in quanto, a seguito di dettagliate ricerche, si sono trovate evidenze dell’esistenza di sismicità in epoche geologiche passate (risultando peraltro la sismicità attuale assente). E’ il caso invece di rimarcare che la Basilicata al contrario è attualmente classificata come una regione sismicamente attiva”. “Nelle procedure proposte – denuncia inoltre il Professore dell’Università Federico II di Napoli - sono disattesi i più importanti criteri, emanati dall’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (IAEA), per scelta di un sito geologico per l’immagazzinamento di scorie radioattive. Ad esempio: la zona non deve essere né sismica né vulcanica; non deve essere vicina a fiumi, laghi o falde acquifere superficiali; non deve essere vicino a centri abitati o in zone dove ragionevolmente si prevede uno sviluppo urbano; non deve essere in montagna o su coste soggetto a frane erosioni, alluvioni; non deve essere in zone dove sono presenti giacimenti petroliferi o di gas”. “Il sito di Scanzano Jonico – conclude De Vivo - è caratterizzato dalla presenza di quasi tutti i sopracitati criteri negativi (ad eccezione della presenza di vulcanismo). Particolarmente grave è la circostanza della presenza di un giacimento metanifero a circa 1 km di distanza dal sito proposto per il sconfinamento delle scorie. Basta solo questa presenza per rendere veramente improponibile il sito per il confinamento delle scorie”. (26/11/03) 

A parte la vivace e ferma opposizione della popolazione locale, la soluzione del deposito unico e sotterraneo in Basilicata non convince dunque neanche la maggioranza degli esperti, che la reputano irrealistica rispetto ai tempi di realizzazione previsti e sovradimensionata rispetto al problema che deve risolvere.


"Dire che si possa realizzare un deposito geologico in sei-sette anni è un nonsenso", dice Piero Risoluti, l'ingegnere che ha diretto fino al 2001 la task force dell'Enea per il sito nazionale dei rifiuti radioattivi. "Il deposito americano denominato Wipp (Waste Isolation Pilot Plant) a cui si rifaceva quello di Scanzano", spiega l'esperto, "ha richiesto 25 anni, tra studi, processo autorizzativo, costruzione e autorizzazione all'esercizio". 
Questo tipo di strutture - ha spiegato Piero Risoluti - servono per immagazzinare grandi quantità di materiale fortemente radioattivo. Al mondo non ne esistono molti esempi proprio perché i diversi paesi che sono interessati a realizzarlo stanno studiando molto dettagIiatamente le caratteristiche fisiche e geologiche dei diversi siti scelti. Si tratta a volte di banchi di argilla o di salgemma, ma anche di granito . Un deposito di questo tipo è quello americano 'WIPP" dove vengono stoccate le scorie nucleari prodotte dall'industria militare. Invece in altri paesi come la Francia e la Germania, impianti del genere sono ancora in fase di studio e di ricerca. Un deposito di profondità - ha detto Risoluti - ha dei costi e dei tempi di realizzazione enormi dell'ordine di venti o trenta anni anche dopo aver individuato il sito. Inoltre vanno bene per quei paesi che hanno un'elevata produzione di scorie ad alta attività che ha cioè un'industria nucleare ancora attiva. Non è questo il caso dell'Italia che invece ha poche scorie di questo tipo e a bassa intensità. 

L'opinione di Tullio Regge in merito alla "questione Scanzano" è presente in un articolo della rivista "Le Scienze" di gennaio 2004 e qui sotto riportata:

"Il Governo ha certamente commesso un grave errore politico: ha infatti tentato di imporre la decisione senza consultare le autorità locali, e non ha informato a tempo debito la popolazione sulle caratteristiche del progetto. E tutto questo ha scatenato una campagna terroristica contro il nucleare orchestrata da demagoghi di ogni genere.
Il sito doveva custodire scorie nucleari vetrificate ad alta attività in uno strato di salgemma sepolto in profondità sotto una coltre di argilla. E questa, a detta degli esperti, sarebbe una sistemazione molto sicura.
Il danno all’immagine di Scanzano come centro turistico e di agricoltura pregiata sarebbe stato in ogni caso reale e rilevante: bastava il chiasso. Sono volate accuse infuocate, ed è tornato ad affacciarsi lo spettro di Chernobyl, d’obbligo in questi casi.
Come abbiamo detto, si trattava invece di ceneri vetrificate. E in questo tipo di scorie non si possono verificare reazioni nucleari e sarebbero state ben custodite in un bunker naturale in cui da tempo immemorabile non è passata acqua. Parole al vento.
Nessuno, neppure tra i Verdi, ha sentito l’obbligo di citare obiezioni sollevate da esperti, come per esempio Pietro Risoluti, dell’Enea, sulle quali sarebbe invece opportuno aprire un dibattito. Al momento esistono, in Italia, solo quattro centrali nucleari, nessuna delle quali è operativa.

L’ammontare di scorie prodotte è molto modesto rispetto a quanto avviene in Francia e in altri paesi europei.
Detto questo, il sito di Scanzano avrebbe comunque richiesto investimenti dell’ordine di alcuni miliardi di euro, perciò è lecito esplorare soluzioni alternative.

La proposta di suddividere le scorie in parti uguali tra le Regioni avrebbe portato al calor bianco la sindrome del NIMBY (Not In My Backyard) e creato decine di Scanzano in tutto il paese. Il meno peggio, al momento, è lasciare le scorie nei siti in superficie in cui sono custodite, certamente meno sicuri ma anche meno costosi di quello di Scanzano. Varrebbe piuttosto la pena di potenziare le misure di sicurezza già esistenti in attesa di soluzioni politiche.

Sul pianeta ci sono deserti vastissimi e spopolati in cui sistemare le scorie, previo accordo internazionale che contempli anche un sostanzioso aiuto ai paesi che le ospitano. Sono favorevole a questa soluzione, purché tutto si svolga alla luce del sole, nella massima sicurezza e nel rispetto dei diritti dei popoli."

La mappa degli attuali depositi temporanei di materiale radioattivo in Italia

Secondo i dati forniti dal generale Carlo Jean alla commissione ambiente della Camera, in Italia ci sono circa 60.000 metri cubi di rifiuti radioattivi di seconda e terza categoria, ai quali vanno aggiunte 298,5 tonnellate di combustibile irraggiato. Le centrali nucleari italiane (chiuse dopo il referendum del 1987) hanno prodotto 55 mila metri cubi di scorie. Ma la verità è che più che chiuse le centrali sono in stato di «custodia protetta passiva», dunque continuano a produrre ogni anno una certa quantità di rifiuti radioattivi.
A questi vanno aggiunti altri 2 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, di origine medica e sanitaria, o creati durante le attività di ricerca o simili, e poi rottami metallici, vecchi quadranti luminescenti, parafulmini.
E inoltre è bene ricordare che ospedali e aziende producono ogni anno 500 tonnellate di nuove scorie.
Secondo i dati raccolti dal Servizio di prevenzione sanitaria della Regione Lombardia, ad esempio, in un solo anno (tra il giugno 1997 e il giugno 1998) le aziende sanitarie lombarde hanno rilevato più di 100 carichi di rottami metallici radiocontaminati, quasi tutti in provincia di Brescia, evidentemente sfuggiti ai controlli doganali. Nel 55% dei casi l'oggetto radioattivo era costituito da materiale metallico radiocontaminato, nel 17% dei casi da vere sorgenti radioattive e nel 18% dei casi da quadranti di strumenti.
In alcune sporadiche occasioni sono stati ritrovati parafulmini radioattivi e rilevatori di fumo C’è poi un ulteriore quantità di materiale radioattivo su cui si hanno poche informazioni, quello proveniente dai traffici illeciti.
Il rapporto di Legambiente ricorda che nel periodo 1996-1998, in particolare, risultavano entrati 2 milioni e 260mila tonnellate di rottami ferrosi attraverso i valichi ferroviari di Gorizia e Villa Opicina e quello stradale di Valico Sant'Andrea, lungo la frontiera orientale italiana: oltre 15mila tonnellate sono risultate radioattive e rispedite oltre confine.

In dettaglio ecco le tutte le "installazioni nucleari italiane": stato attuale, rifiuti radioattivi e combustibile irraggiato in stoccaggio (rapporto del Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato - 14 dicembre 1999):

www.fermiamoilnucleare.it: Un successo la manifestazione del 26 marzo!

Un grande successo di popolo. Un risposta forte a chi vuole privatizzare l’acqua e riportare il nucleare in Italia», hanno sottolineato le oltre 70 associazioni del Comitato «Vota Sì per fermare il nucleare», esprimendo la loro soddisfazione per una manifestazione «imponente, gioiosa, che guarda al futuro, non come i programmi atomici del governo».